Navi stellari del XXXII secolo
In Die Trying e There Is A Tide… vediamo, in prossimità al nuovo quartier generale, numerosi nuovi modelli di navi.
CBS ha prima realizzato un poster stilizzato[1] e poi pubblicato una concept art estesa sul proprio account Instagram[2].
Ci sono alcuni interessanti rimandi ad altre serie[3].
Descrizione
Riepilogo
Nome | Registro | Classe |
---|---|---|
USS Annan | NCC-325051 | Saturn |
USS Jubayr | NCC-325068 | Courage |
USS Le Guin | NCC-325060 | Mars |
USS Maathai | NCC-325023 | Angelou |
USS Nog | NCC-325070 | Eisenberg |
USS Song | NCC-325084 | Courage |
USS Voyager-J | NCC-74656-J | Intrepid |
USS Annan NCC-325051
Probabilmente dedicata al 7° presidente dell'ONU, Kofi Annan.
USS Jubayr NCC-325068
Forse da collegare al viaggiatore Ibn Jubayr. Si vedano anche le note della USS ibn Mājid NCC-75710.
USS Le Guin NCC-325060
La prolifica scrittrice di fantascienza Ursula K. Le Guin è l'autrice del racconto "The Ones Who Walk Away from Omelas". La storia alla base del testo ha ispirato[4] la terza stagione di Star Trek: Discovery e l'episodio[5][6] Lift Us Where Suffering Cannot Reach di Star Trek: Strange New Worlds.
USS Maathai NCC-325023
Wangari Maathai è stata una ambientalista e attivista politica insignita del Nobel per la Pace.
Maya Angelou è stata, tra le altre cose, una importante attivista per i diritti civili.
USS Nog NCC-325070
Un omaggio a Nog e all'attore Aron Eisenberg – che dà il nome alla classe cui la nave appartiene – deceduto poco più che cinquantenne circa un anno prima della messa in onda di Die Trying. In Relativity abbiamo visto una nave del XXIX secolo con numero di registro NCV-474439-G, si potrebbe quindi supporre che la Nog sia precedente (dunque in servizio da diversi secoli), ma non sappiamo se le navi con prefisso NCC e quelle con prefisso NCV (quest'ultimo visto on-screen solo nell'episodio citato) seguano una numerazione unica.
USS Song NCC-325084
Si è vista in azione, prendendo una posizione potenzialmente offensiva contro la Discovery, catturata da Osyraa, in There Is A Tide….
La nave potrebbe essere dedicata a Noonien Soong, ma la grafia del nome è differente, con una sola "o".
USS Voyager NCC-74656-J
Si tratta di un chiaro riferimento alla nave protagonista della omonima serie, la J potrebbe essere un rimando alla Enterprise-J vista in Azati Prime. La battuta di Tilly sul fatto che si tratta della decima generazione, anzi dell'undicesima, ricorda il dialogo di Dulmer e Lucsly con Sisko in Trials and Tribble-ations, dove i due agenti temporali discutono se ci sono state cinque oppure sei navi chiamate Enterprise (nella versione italiana, il dubbio diventa tra sei e sette, probabilmente considerando anche l'Enterprise NX-01).
Notare che questa nave appartiene a una Classe Intrepid futura che porta lo stesso nome della Classe Intrepid di cui fa parte la Voyager.
Sezioni
Note
- Nei nomi e le classi delle navi vediamo una importante rappresentanza di persone di colore, premi Nobel per la pace e attivisti politici in generale. Possiamo leggere un riferimento nemmeno troppo velato a Black Lives Matter, movimento che è balzato agli onori della cronaca nel 2020.
Riferimenti
Riferimenti diretti
- Die Trying (Episodio di Discovery)
- There Is A Tide… (Episodio di Discovery)
- Nog (Personaggio)
- Aron Eisenberg (Persona)
- USS ibn Mājid NCC-75710 (Nave Stellare)
Riferimenti inversi
Collegamenti esterni
Interwiki
- Q10447, Pagina della entità su DataTrek
Annotazioni
- ↑ Would you want to visit Federation Headquarters?, Twitter
- ↑ Get an exclusive look at the concept art for the new Federation ships in #StarTrekDiscovery, Instagram
- ↑ Watch: ‘Star Trek: Discovery’ VFX Supervisor Talks 32nd Century Starfleet And Honoring A Classic Ship, TrekMovie
- ↑ An Ursula K. Le Guin Short Story Inspired The Big Mystery For ‘Star Trek: Discovery’ Season 3, TrekMovie
- ↑ ‘Lift Us Where Suffering Cannot Reach’ Walks Strange New Worlds Away from Omelas, Darren Mooney in "The Escapist Magazine"
- ↑ Childhood’s End — Star Trek: Strange New Worlds: “Lift Us Where Suffering Cannot Reach”, Keith R.A. DeCandido in "Tor.com"